Il leader dell’AUR ottiene oltre il 40% dei voti e si prepara al ballottaggio del 18 maggio contro il centrista Nicușor Dan. Crescono le preoccupazioni per un possibile cambio di rotta geopolitico del Paese.
Bucarest, 5 maggio 2025 – Le elezioni presidenziali rumene segnano una svolta significativa: George Simion, leader del partito ultranazionalista e euroscettico Alleanza per l’Unione dei Romeni (AUR), ha conquistato il primo turno con il 40,96% dei voti. Il suo principale sfidante sarà Nicușor Dan, sindaco centrista di Bucarest, che ha ottenuto il 20,99% dei consensi .
Simion, noto per le sue posizioni sovraniste e conservatrici, ha basato la sua campagna su temi come l’opposizione agli aiuti militari all’Ucraina e la critica all’influenza dell’Unione Europea. Ha inoltre espresso ammirazione per l’ex presidente statunitense Donald Trump e ha promesso di nominare Calin Georgescu, figura controversa esclusa dalle elezioni per presunte ingerenze russe, come primo ministro in caso di vittoria
Il primo turno delle elezioni è stato caratterizzato da un’alta affluenza, con una partecipazione del 52,5%, la più alta degli ultimi due decenni. Simion ha ottenuto la maggioranza dei voti in 36 dei 47 distretti del Paese e ha ricevuto un forte sostegno dalla diaspora rumena, in particolare in Russia, Serbia, Spagna e Italia
Il ballottaggio del 18 maggio sarà decisivo per il futuro politico della Romania. Sebbene Simion parta in vantaggio, gli analisti ritengono che una coalizione di forze pro-europee potrebbe convergere su Dan per impedire un’ulteriore avanzata dell’estrema destra
La comunità internazionale osserva con attenzione l’evolversi della situazione, preoccupata per un possibile cambiamento nell’orientamento geopolitico della Romania, membro dell’UE e della NATO. Una vittoria di Simion potrebbe avvicinare il Paese a posizioni più isolazioniste, simili a quelle adottate da altri governi nazionalisti in Europa .
Il secondo turno delle elezioni presidenziali si terrà il 18 maggio. Fino ad allora, il dibattito politico si preannuncia acceso, con la posta in gioco rappresentata non solo dalla leadership del Paese, ma anche dalla sua posizione nel contesto europeo e internazionale.